920. mini jam e game design
una giornata di laboratorio creativo per giovanissimi e un futuro come creatori di videogiochi
C’è una bella differenza tra guardare in TV un reality di vip maleducati o un documentario scientifico. Vero?
E’ sempre “guardare la TV”, ma se i vostri figli guardassero documentari… chiedereste loro di limitarsi o di smettere?
La stessa cosa può succedere con i videogiochi. Vi assicuro che ce ne sono alcuni che vorreste venissero giocati un po’ di più, perché potrebbero sviluppare capacità di comunicazione, di auto-stima, far leggere più dei libri, far pensare e ragionare, fare operazioni matematiche o immergere in ambienti storici e culturali.
E cosa direste se i vostri figli volessero un tablet o un computer non per giocare ai videogiochi.. ma per crearne di nuovi? Partendo dalla propria immaginazione e sviluppando il proprio potenziale narrativo, artistico, tecnologico?
Oggi vi racconto cosa abbiamo fatto nel fine settimana all’interno del Festival dei videogiochi 👉🏼 Game Ground, a Bolzano, che mi invitava a organizzare una “Mini Game Jam”, un laboratorio dove un gruppo di giovanissimi avrebbe creato un videogioco in una giornata, partendo da zero e senza alcuna competenza preliminare.
Premessa: mi hanno invitato perché negli ultimi 10 anni ho inventato e sperimentato molti laboratori “jam” di game design per giovani, spesso coinvolgendo i genitori con i propri figli. Se interessati potete vederne alcuni qui: 👉🏼 https://2042ed.org/lab/jam o se non avete tempo guardate giusto 👉🏼 7 FRAMES.
🟧 The secrets of the doors
Iniziamo dalla fine: il videogioco creato è un’avventura attraverso cinque mondi alla ricerca di frammenti di una mappa per trovare una possibile soluzione al tema della convivenza tra uomini e animali selvatici.
Il giocatore si muove attraverso “porte magiche” in ambienti 3D popolati da personaggi e situazioni molto diverse, ma tutte collegate al tema degli animali e dell’uomo.
Ecco una panoramica dei livelli:
Si può giocare online con qualsiasi dispositivo (computer o tablet o smartphone) da questo indirizzo: 👉🏼 https://edu.cospaces.io/DGQ-BTE
Come potete vedere è un gioco completo: ci sono ambientazione, un tema, mondi ben definiti, personaggi, musiche, personaggi che parlano (anche con le voci), sfide e difficoltà da superare e una stato di vittoria finale! (e fateci sapere se ci arrivate :)
E ora vediamo come sono riusciti questo gruppo di ragazzini, dai 7 ai 12 anni senza alcuna esperienza a creare tutto questo dalle 9:30 alle 17:30 di un sabato qualsiasi.
🟧 La giornata della Jam
Sapendo che ci sarebbero stati una dozzina di partecipanti (il laboratorio era su prenotazione gratuita), ho invitato a collaborare mio figlio Fabio, che negli ultimi 10 anni ha partecipato a molti progetti simili, ha una creatività precisa ed un’età vicina ai ragazzi (che fa sempre bene).
Il luogo della Jam era il bellissimo 👉🏼 Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige e ci ha accolto il direttore aiutandoci ad allestire la sala.
Alle 9:30 i ragazzi erano ai loro posti, qualcuno si conosceva già, e Fabio li ha connessi a internet e verificato le alimentazioni. I loro zaini avevano già il pranzo al sacco e le borracce piene. Eravamo già pronti!
NB: i ragazzi si dovevano solo portare un computer o un tablet e viveri.
Inizio con una chiacchierata su cosa sia una Jam. no, non una marmellata, ma qualcosa più vicina ad una Jam Musicale, dove diversi musicisti si trovano e improvvisano insieme su una tonalità e ritmo dato… così avremmo fatto noi, ma anziché musica avremmo creato un videogioco entro le 18:00 del pomeriggio.
Ma prima di spiegare come si crea un gioco, bisogna spiegare come si progetta e cosa c’è dentro un videogioco, ovvero l’arte del GAME DESIGN.
Per creare un gioco servono questi elementi:
obiettivi da raggiungere per definire lo stato di vittoria
ambientazione, storia e personaggi che danno contesto e coinvolgimento
regole di gioco da rispettare tutti altrimenti non è un gioco ma un passatempo
enigmi e problemi da superare che sono le sfide che ci smuovono
difficoltà progressiva perché è bello imparare giocando e diventando più bravi vogliamo sfide sempre più stimolanti
colpi di scena, adrenalina, cose divertenti perché ci piace far divertire
suggerimenti per progredire nel caso un giocatore rimanga bloccato.. altrimenti abbandona il gioco!
E soprattutto non ci saremmo messi a lavorare in cantiere (al computer) se prima non avessimo avuto un progetto su cosa volevamo fare.
La mattinata sarebbe stata di discussione e progettazione, ma non potevo dare loro massima libertà, altrimenti ci si blocca o si esagera, e così ho dato un’impostazione di base: un gioco in 3D in prima persona, dove il giocatore avrebbe dovuto superare delle sfide parlando con diversi personaggi ambientati in diversi livelli.
Ho dato anche alcuni esempi pratici di tipo di sfide da poter usare, ad esempio
Che tipo di esperienza o enigmi voler far risolvere al vostro giocatore? Voi siete i progettisti di un’esperienza per qualcun altro: dovete pensare con la vostra testa dentro la testa degli altri!
🟧 Il Tema
Ma soprattutto: che tema avrebbe trattato il gioco?
Il Museo aveva giusto una mostra particolare che ha ispirato il tema che ho dato ai ragazzi: la convivenza tra gli uomini e la natura selvaggia, con i problemi di attacco da parte di lupi e orsi ai pascoli.
E qui accade una delle parti più belle di questi laboratori: la discussione collettiva su un tema dato, con tanto di proposte e analisi da parte dei giovanissimi. Non posso entrare nei dettagli dei 30 minuti dedicati a questa fase, ma sappiamo che le giovani menti hanno molta fantasia e più capacità di ragionamento ed empatia di quanto spesso di crede.
Fatto questo iniziamo a raccogliere e mettere insieme tutte le idee (si, qui io sono il “concertatore”, il direttore musicale) in qualcosa di semplice e fattibile, chiedendo a tutti di lavorare su carta alle mappe dei vari livelli, ai personaggi da inserirvi, alle sfide da creare.
Una volta finita la progettazione ho introdotto lo strumento che avremmo usato per creare il tutto: il semplicissimo ma potentissimo 👉🏼 CoSpaces Edu, un ambiente tutto online che uso in ambito educativo.
Dopo 40 minuti di tutorial interattivo, eravamo pronti per lo sviluppo. Abbiamo pranzato (divorando un panino in pochi minuti, perché avevano voglia di creare e non di mangiare) e alle 13:30 eravamo già tutti all’opera.
Metto qui alcune immagini del pomeriggio, precisando che avevo creato dei piccoli gruppi da 2/3 in modo che lavorassero insieme e tutti avrebbero costruito attivamente nelle scena di gioco, con personaggi, idee, programmazione. Io e Fabio seguivamo tutti, cercando di aiutarli a trovare le soluzioni più semplici alle richieste più complicate e stimolando la creatività e la collaborazione nel risolvere i problemi.
🟧 Il produttore
Ad un certo punto nel pomeriggio è passato Fabio, dell’ufficio politiche giovanili della Provincia di Bolzano che ha promosso e sponsorizzato il Festival Game Ground e questa giornata (NB: l’evento era gratuito). Così ho chiesto ai ragazzi di raccontargli in un minuto cosa stavano facendo. E’ stata una vera simulazione di “pitch”, di racconto di un’idea al “boss”, che è rimasto molto soddisfatto. I ragazzi ancora di più.
🟧 Audio e Musica
Non esiste un buon videogioco senza audio e musica e parlati, e così abbiamo registrato le voci dei vari personaggi: a turno venivano nello studiolo di registrazione improvvisato nelle scale e leggevano la propria sceneggiatura. E’ stata forse la parte più divertente della giornata perché interpretare personaggi diversi da noi ci può liberare!
Due ragazzi sono anche riusciti a comporre delle musiche originali, usando il facilissimo e immediato 👉🏼 SoundTrap
(Ci voleva mezz’ora in più per comporle tutte, amen.)
Mentre tutti lavoravano Fabio ha messo insieme la mappa iniziale del gioco partendo dai livelli inventati dai ragazzi, e alle 17:45 tutto era finito e giocabile.
Arrivano i genitori a prendere i ragazzi e raccontiamo loro cosa abbiamo fatto nelle 8 ore precedenti. Abbiamo trovato insieme il nome del gioco e cliccato il pulsante PUBBLICA (qui https://edu.cospaces.io/DGQ-BTE ). Quindi tutti a casa a giocare la propria opera!
🟧 Considerazioni per genitori ed educatori
Come potete intuire è una laboratorio dove si lavora più sulle idee, sulla creatività, sulla collaborazione che non sulla tecnologia o la logica.
A chi mi chiede racconto che preferisco introdurre il pensiero logico / coding più avanti, preferendo iniziare all’ideazione e dalla progettazione.
Abbiamo avuto la fortuna di avere anche un papà insieme al proprio figlio ed è una cosa che sarebbe da promuovere sempre di più.
Far ragionare e inventare videogiochi è un’attività estremamente coinvolgente, multidisciplinare, multimediale.
Se uno è più logico preferirà andare verso la programmazione, il più “narrativo” sui personaggi, il musicale sui suoni, il goliardico sulle sorprese, il poetico sulle ambientazioni e le parole.
Se gli strumenti da usare sono semplici e non mettono barriere di ingresso, si può iniziare subito ad esprimere le idee.
E soprattutto: i ragazzi hanno creato il proprio gioco, non il mio.
Imparando anche come si deve fare per ottenere qualcosa di giocabile, di finito, in un tempo limitato e con poche risorse.
🟧 Un futuro in gioco
Non sapete quanti avevano voglia di continuare a casa a lavorare al gioco o crearne di nuovi. Una volta capito che si può fare e come iniziare potrebbe essere una nuova passione.
Ho lasciato loro gli account con cui possono divertirsi senza limiti per 45 giorni. E poi vedremo come continueranno magari con strumenti pù avanzati.
Sicuramente l’arte del “game design” è qualcosa che prima si presenta, meglio è. Per non crescere come passivi spettatori o semplici giocatori, ma come creatori del gioco della nostra vita.
Cosa ne pensate? Invito gli interessati a vedere altri laboratori che ho creato 👉🏼 https://2042ed.org/lab/jam
e nel caso scrivetemi se volete organizzarne uno! stefano.cecere@gmail.com
Ciao
Stefano
Un laboratorio di idee del tipo BuildOurPlay fatto con i ragazzi e descritto in chiaro dal grande Stefano.... è da REPLICARE in modo virale in tutte le scuole elementari e medie.... partendo da.... genitori e insegnanti! Complimenti Stefano.... il tema Costruire indicatori dei talenti che liberino le attitudini insite nei ragazzi è qualcosa di magico e liberatorio.... resta profondamente come esperienziale delle potenzialità.... Stefano è un moderno Nagual ... onorato di essere in sintonia e collegato con questo omniVerso. gianni
Complimentoni a Stefano per la professionalità e soprattutto per la lungimiranza nella promozione di queste belle attività che ho molto apprezzato e ancor più mio figlio! Alla prossima!